Vittorio Veneto

Un’antico e inaspettato scrigno

Vittorio Veneto sorge ai pedi delle colline che si trovano tra le Prealpi Carniche e Bellunesi. Dal Centro si vedono chiaramente il Col Visentin, il Pizzoc e il Monte Croce. Le due parti storiche sono i quartieri di Céneda e di Serravalle. Céneda è un dedalo di strette stradine che salgono fin sopra la Cattedrale di Santa Maria Assunta, l’edificio sacro più importante della città. La Cattedrale, in stile neoclassico, conserva le spoglie di San Tiziano e contiene diversi dipinti di pregio tra cui due tele di Jacopo da Valenza, una tela di Leonardo da Ponte, la Storia si San Tiziano di Pomponio Amalteo ed una tela di Jacopo Palma il Giovane. Su Piazza Duomo si affaccia anche il Museo della Battaglia, un museo sulla Grande Guerra, modernamente allestito seppur contenuto in un edificio del XVI secolo. Alle spalle, salendo lungo il percorso che porta al colle di San Paolo si trova il Castello di San Martino, sede vescovile fin dal 1300.

Serravalle invece si presenta come un insieme di case antiche una addossata all’altra lungo le due vie principali, strade che si uniscono dietro Piazza Flaminio. Qui gli edifici storici sono moltissimi, citiamo ad esempio il Museo del Cenedese che raccoglie reperti preistorici, paleoveneti e romani, oltre ad opere di pittori quali Francesco da Milano, Pietro Pajietta, Cesare Vecellio, Giovanni de Min e sculture di Marco Casagrande, tavole del XV e XVI secolo, tele di autori dal Rinascimento all’epoca contemporanea e arredi (XV-XIX secolo). Anche Serravalle ha degli edifici sacri di grande rilievo. Il duomo di Santa Maria Nova, realizzato alla fine del 1700, ha il soffitto affrescato da Antonio Canal (il Canaletto) e sopra all’altare principale conserva una pala con la Madonna tra Sant’Andrea e San Pietro dipinta da Tiziano Vecellio. Altre Pievi da non perdere sono il Santuario di Sant’Augusta che si raggiunge con una bella camminata di mezz’ora salendo lungo una via crucis, e la Chiesa di Sant’Andrea di Bigonzo, monumento nazionale e interamente decorata con affreschi del 1300, e successivamente, con interventi di Antonello da Messina e con Pale di Palma il Giovane e Marco Vecellio. A conclusione, una visita la merita anche il Castrum, un insediamento romanico che per tutto il primo millennio d.C. fu la rocca della Ceneda Romana, il “Castrum Cenetensium”, e che, dopo il Mille, divenne l’acropoli della prima comunità autonoma di Serravalle fino ad essere la sede dei Podestà della città fino agli inizi del Novecento.

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